Resoconto di un incontro sul tema della qualità dell’offerta ricettiva pesarese tenutasi il 18 marzo 2004 presso la sede di Assindustria.
Giovedì 18 pomeriggio nella sala della Giunta di Assindustria a Pesaro si respirava un’atmosfera pacata, propria di un confronto tra addetti ai lavori: era l’incontro sulla qualità del turismo promosso dall’Unai, l’associazione degli albergatori di Confindustria, alla presenza del presidente nazionale Domenico Lupo, fresco di nomina, che sta conducendo un ciclo di incontri su questo tema in tutti i distretti turistici della penisola.
A dispetto del clima sereno nella sala gremita, i temi sul tappeto erano forti e le cose dette importanti: il tema della qualità non è stato affrontato intermini generici o accademici, è stato posto con estrema chiarezza, sintetizzata dal duplice invito di Paola Michelacci, titolare dell’omonimo hotel di Gabicce, nonché consigliere nazionale Unai e vice presidente del Gruppo Turismo di Assindustria: ai colleghi albergatori ha mandato chiaro il messaggio della necessità di investire in standard qualitativi tali da poter essere certificati; agli amministratori della cosa pubblica (erano presenti gli assessori al turismo del Comune di Pesaro, Anselmo Lorenzetti, e della Provincia di Pesaro e Urbino, Giovanna Cecconi) ha suggerito di “cogliere questo momento per trasformare il programma turistico in programma politico e mettere la qualità al primo posto”, aggiungendo che anche le spiagge dovrebbero avere una loro certificazione di qualità.
L’obiettivo è che la qualità arrivi a trasudare da tutti i pori della provincia, la quale possa diventare una quality valley, mutuando il termine da un fortunato appellativo in uso nei distretti industriali, per sottolineare la valenza industriale del turismo di qualità.
Del resto Nardo Filippetti, titolare del tour operator Eden Viaggi, albergatore a sua volta e presidente del Gruppo Turismo di Assindustria, ha sottolineato con poche cifre il sempre maggiore peso del turismo nella nostra economia: secondo il World Trade Travel Council (WTTC) il settore turistico, che oggi è all’11% del pil mondiale, arriverà al 20% nel 2008, il fatturato complessivo da 1900 miliardi di dollari a 7500 miliardi, con una crescita del personale impiegato di 100 milioni di persone nel 2011 e, in base a studi della West Bank Investment in un futuro non lontano la produzione turistica raggiungerà quella dei beni di consumo.
Un settore dalle prospettive di forte sviluppo, dunque, ma con un rischio da non sottovalutare: l’offerta turistica di oggi non può più seguire il modello tradizionale, che è perdente: oggi l’Italia è stata superata da Spagna e Francia, eppure il vero potenziale è ancora qui da noi: oggi la domanda è fatta di emozioni, di aspettative coinvolgenti, di desiderio di esperienze da vivere che vanno sostituendosi, anche nei modelli di status symbol, ai beni di consumo che ormai tutti o quasi tutti possiedono. Occorre quindi qualità dei servizi turistici, ma anche capacità di attrazione del territorio, che deve sapersi promuovere adeguatamente