(CRONACHE DA MOMBAROCCIO, 20 febbraio 2015) Comincia un Consigliere di minoranza di Mombaroccio, risponde il Sindaco, riprendono la palla i 5 Stelle di Gabicce, che convocano un’assemblea pubblica per il 27 febbraio. Provare a ottimizzare i costi dei servizi sembra un affare di Stato. Solo a parole, però, perché un nome è solo un nome, contano i fatti.
Stanno montando come la panna le prime polemiche sulla nascente Unione “del San Bartolo e del Foglia”. Per il momento il teatro è la cronaca di Pesaro del quotidiano Il Resto del Carlino, che sabato scorso ha ospitato un accorato appello del Consigliere di minoranza Emanuele Petrucci, al quale ha puntualmente risposto dopo pochi giorni il Sindaco Angelo Vichi. Ma la palla è stata ripresa da Sabrina Paola Banzato del Movimento 5 Stelle di Gabicce, altro Comune dell’Unione, che organizza un’assemblea pubblica per il 27 febbraio. I nodi da sciogliere non sono semplici, la materia è complessa, ma le polemiche, se giocano sull’apparenza e non sui veri contenuti, rimangono sterili. Siamo e rimaniamo una lista civica senza partiti e senza padroni, ma lavoriamo per il bene della nostra comunità. Le minoranze diano un contributo costruttivo, visto che nell’Unione avranno il loro spazio, e ci aiutino a dar voce ai nostri poco più di duemila abitanti nel vasto mare degli oltre 110.000 dell’Unione.
Nel suo intervento di sabato Emanuele Petrucci sostiene di condividere molte delle critiche all’Unione espresse dalle minoranze degli altri Comuni, pur non avendo avuto modo di rapportarsi con loro (ma questo è un suo problema): poco tempo per ragionare sullo Statuto, mancanza e genericità di obiettivi, mancato rispetto del ruolo delle minoranze in seno all’Assemblea dell’Unione. E in più il dramma di un nome (Unione del San Bartolo e del Foglia) che con Mombaroccio non ha nulla a che fare.
È un dramma, perché a suo dire Sindaco e Vicesindaco sembra non abbiano capito la cosa (ma come possono, visto che sono diventati cittadini di Mombaroccio da poco?) e si appella a due consiglieri mombaroccesi doc affinché “rompano il silenzio” per fare non si sa bene cosa.
Cosa è questo appello alla denominazione di origine, quasi fosse un pedigree di legittimità politica? Ma guardiamo i danni (ai quali abbiamo iniziato a porre rimedio) che hanno prodotto le recenti amministrazioni di mombaroccesi doc, delle quali Petrucci è stato a lungo partecipe!
È bene allora ricordargli la discussione avuta in Consiglio Comunale proprio sul tema del nome, in merito al quale abbiamo condiviso le nostre perplessità per il mancato riferimento territoriale. Avevamo proposto alcune alternative, ma alla fine ha prevalso la maggioranza e non abbiamo certo potuto far saltare il tavolo solo per una questione di nome.
È anche chiara – e condivisibile – la motivazione politica: quel nome indica la prospettiva di sviluppo dell’Unione, un obiettivo strategico che intende rafforzarla, a beneficio di tutti i Comuni aderenti.
Quanto alle critiche condivise con le altre minoranze, è ridicolo il presunto mancato rispetto delle minoranze in seno all’Assemblea dell’Unione. Lo Statuto prevede che vi siano rappresentate tutte le minoranze, quale particolare sensibilità viene violata? Per non parlare della mancanza di obiettivi e della loro genericità. Stiamo parlando dello Statuto, non di un piano industriale! Non solo gli obiettivi vi sono indicati, ovviamente in modo generico, e il contenimento dei costi fa riferimento a una norma di legge sulle Unioni del Comuni, ma anche questo argomento è stato discusso in Consiglio: dopo Atto costitutivo e Statuto verranno eletti i Consiglieri e gli altri Organi, poi, divenuta operativa, l’Unione comincerà ad acquisire le funzioni e i servizi che le saranno conferiti, sui quali sono già al lavoro i tavoli tecnici e per ciascuno dei quali il Consiglio discuterà il modello di convenzione, con i dettagli operativi ed economici.
Aggiungiamo che contiamo molto sull’Unione per raggiungere anche altri obiettivi, come importanti finanziamenti per progetti strategici che sapranno dare valore al nostro Comune e all’intera Unione, dei quali ci stiamo già occupando, basti pensare alla ristrutturazione di Palazzo Del Monte, il cui cantiere da poco avviato riguarda solo la prima piccola parte di un più vasto progetto.
Ci si aspetterebbe da un Consigliere comunale un po’ meno di genericità populista nel formulare critiche e un po’ più di preparazione quando si esprime: quella di sabato sulla stampa sembra più la lamentela da bar di un cittadino poco informato che la denuncia di un consigliere di minoranza, che pare anche un po’ confuso, visto che l’Unione è fortemente voluta dal partito che ha ispirato la sua lista civica, il PD!
Quanto all’intervento di Sabrina Banzato dei 5 Stelle di Gabicce, il gioco polemico permane sull’inconsistenza: la teoria è che, a causa dei premi di maggioranza delle leggi elettorali comunali, le opposizioni, con i loro pochi Consiglieri, rappresentano ben più vaste fasce di elettori, se non – nel caso specifico – forse anche la maggioranza. Quindi, se ne deduce, se si attacca Petrucci, si attacca tutti noi. Ottimo assist per un Consigliere che aveva dichiarato di non aver avuto ancora rapporti con loro! Ma poi veniamo accusati di non avere interesse per la gente che non capisce e non ne sa alcunché, di non aver spiegato nulla a nessuno e di appiattirci ai desiderata del ras di Pesaro che, grazie a noi, sta riuscendo nel suo scopo.
A parte il fatto che nell’assemblea pubblica del 22 gennaio abbiamo spiegato i principi fondanti di questo progetto (ci aspettavamo una visita delle agguerrite opposioni degli altri Comuni, per stimolare i temi del confronto) e che continueremo a informare i nostri concittadini su questo argomento, quanto ancora dovremo ripetere che per ottenere risultati concreti per la nostra comunità è imperativo unirsi alle altre realtà? Lo impongono i sistemi fiscali, lo vogliono i progetti di finanziamento europei, lo suggerisce il semplice buon senso.
Però, la sparata di Petrucci ha dato l’assit alla Banzato per affondare il suo colpo: alla fine, seduti a quel tavolo, nessuno di noi conterà qualcosa. Pesaro farà quello che vorrà. Anzi, il PD di Pesaro farà quello che vorrà. E voi, sembra volerci dire, a questo gioco si siete o ci fate?
Guardiamoci tutti in faccia. Sulla motivazione strategica della scelta ho già detto. Quanto al nome, ci siamo opposti a chiamare l’Unione con l’indecente “Marchignola”, abbiamo proposto alternative, la migliore delle quali era “Unione Sforzesca”, che davvero aveva una matrice comune, ma nel confronto ha prevalso un’altra logica. Ripeto, condivisibile.
E poi, un nome è solo un nome, quello che conta sono i fatti, e anche se da Mombaroccio i riferimenti geografici richiamati nel nome si vedono col binocolo, a non sentirci periferia dipenderà solo da noi mombaroccesi. Doc o meno.