UN SUSSULTO NOSTALGICO, IL COLORE DEI RICORDI, di Paolo Emilio Russo, Nous Edizioni, Seconda edizione ampliata, 2012. Editing e sinossi.
Paolo Emilio Russo fa emergere dai suoi ricordi alcuni scorci della vita quotidiana di un mondo irrimediabilmente perduto, quello di un piccolo borgo del Sannio che sarebbe sconosciuto ai più se non avesse dato i natali a un noto politico italiano. Parliamo di Ceppaloni, in quel di Benevento, ma soprattutto parliamo della sua gente e di una quotidianità scandita dai ritmi della vita rurale, segnata da abitudini e gusti non ancora depersonalizzati dalla società televisiva, non ancora appiattiti dalla globalizzazione. A raccontarcelo è un Paolo Emilio ora bambino, ora adolescente, in un insieme di scene che non vogliono seguire un rigido percorso diacronico, non hanno pretesa di essere ricostruzione storica, ma seguono il filo sottile dell’intreccio emotivo, lasciando che questo si dipani nell’esprimere girandole di sensazioni, percettibili a volte anche fisicamente, come il gusto del sanguinaccio dopo la mattanza del maiale o i brividi dei tuffi al fiume nei pomeriggi d’estate. Sempre presente, ora in maniera implicita, ora esplicita, è il rapporto con i genitori, educatori severi, il cui affetto ermetico è stato capito appieno solo con l’età matura. L’intero tessuto narrativo è pervaso dalla nostalgia, che scava nei ricordi e induce Paolo Emilio a proporci visioni dai tratti veristici, di un verismo – però – stemperato nella malinconia, pennellato come le immagini di un acquarello d’epoca. Ma quando, infine, l’autore riemerge dal ricordo e guarda il presente, l’emozione si fa più forte, e la narrazione raggiunge momenti di particolare intensità lirica, come nel quadro struggente delle case che vengono chiuse dopo che sono morti gli ultimi vecchi. Nessuna famiglia più le abiterà: luci che una alla volta si spengono, per sempre. Certo, altrove la vita prosegue. Sì, ma dove? sembra chiedersi Paolo Emilio. (prefazione al volume)