MOMBAROCCIO N° 10, DICEMBRE 2014

Nel secondo numero del notiziario comunale, mentre il Sindaco fa gli auguri di buon anno con un riepilogo dei primi sette mesi di attività amministrativa, mi occupo della chiusura della vicenda Italservice e del poco gradito regalo di Natale del Governo ai piccoli Comuni e ai loro cittadini.

Pietra tombale sul contenzioso Italservice.
È costata 355.000 Euro (coperti dalla vendita di azioni) la soluzione del contenzioso nato nel 2007. Un danno erariale che poteva sforare i 500.000 Euro e i conti pubblici paralizzati dai pignoramenti: gonfiatosi in sette anni, il problema è stato risolto con pochi mesi di trattativa. E ora indaga la Corte dei Conti.

Finalmente è stata messa la parola fine. Dopo sette anni di duelli a suon di carte bollate, diffide di avvocati, udienze nelle aule dei Tribunali, intimazioni di pagamento, pignoramenti, tentativi di conciliazione (più o meno convinti), scaramucce e altre mosse tattiche, il Comune di Mombaroccio e la soc. Italservice Srl hanno deposto le armi e chiuso definitivamente il contenzioso nato nel 2007 per un appalto di lavori alla Casa Protetta “Beato Sante”, prima affidato e poi revocato. Perché? Colpa dell’Italservice, dice il Comune, non rispettava i tempi e tirava alle lunghe. No, colpa del Comune, risponde Italservice, doveva dirlo che le condizioni nelle quali si lavorava erano diverse da quanto presentato in capitolato.
Mentre erano in corso le procedure per arrivare al primo dibattimento in aula, non sono mancati i tentativi di risolvere bonariamente la vicenda, condotti forse senza troppa convinzione, in fondo entrambe le parti erano convinte di vincere. Si parlava (allora, prima del 2013) di una questione da 80.000 Euro (quello che il Comune era disposto a riconoscere) contro 120.000 (quello che chiedeva Italservice), dei quali 60.000 già pagati per lavori effettivamente realizzati. In Comune erano cambiati gli interlocutori politici, dall’Amministrazione Uguccioni si era passati a quella di Muratori, che si impunta, contando sulla vittoria in aula.

Ma il Giudice dà pieno credito alla relazione del CTU (Consulente Tecnico d’Ufficio) e non prende in considerazione la versione di parte del Comune, che nel settembre scorso viene condannato a pagare tutto e di più: un conto che supera i 380.000 Euro! La storia recente è arcinota: il ricorso in Appello, la richiesta di sospensiva del pagamento, che viene respinta dal Tribunale d’Appello, i pignoramenti.
A fine maggio l’Amministrazione cambia ancora e il nuovo Sindaco prende il toro per le corna per chiudere una volta per tutte le vicenda, i cui costi nel frattempo veleggiavano oltre i 420.000 Euro. Con la scorsa estate sono riprese le trattative, è stato raggiunto un primo accordo, seguito da nuove scaramucce e, finalmente, quello definitivo: 355.000 Euro (più qualche corollario amministrativo) e morta lì. Risorse, sia ben chiaro, pagate non con le tasse, ma con parte del patrimonio, quelle azioni di Marche Multiservizi la cui vendita si è conclusa ai primi di dicembre. Certo, è stato un danno erariale, sul quale si muoverà la Corte dei Conti, che nel frattempo ha approvato la condotta della nuova Amministrazione, finalizzata a risolvere un grave problema (i pignoramenti) e a limitare l’entità del danno (una sconfitta in Appello lo avrebbe portato di certo sopra i 500.000 Euro).

Ora c’è chi grida alla ricerca delle responsabilità. È anche comprensibile, forse cosa un po’ tardiva, si poteva insorgere un anno fa, ma c’era un’imminente campagna elettorale e, a quanto si ricorda, non se ne parlò molto. Comunque, l’Organo deputato a cercare le eventuali responsabilità è la Corte dei Conti; i cittadini che, nel frattempo, volessero provare a capirci di più possono leggersi le motivazioni della sentenza di 1° grado, pubblicata anche sul sito del Comune.
Mauro Ferri

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Regalo di Natale: l’ IMU sui terreni agricoli

Tanto per cambiare, lo Stato cambia le regole a giochi fatti. I Comuni che beneficiano dell’esenzione sell’IMU sui terreni agricoli per l’anno d’imposta 2014 sono stati ridefiniti con un decreto del 28 novembre! In più, ciliegina sul panettone, nuovi tagli ai conferimenti, per Mombaroccio sono 87.000 Euro in meno. Ma dove li troviamo in dicembre? Se volete, sembra dirci lo Stato, potete usare l’IMU sui terreni agricoli!
Non è uno scherzo di cattivo gusto, è la realtà. Il DM 28 novembre 2014 attua un articolo di un altro decreto (DL 66/2014) che modifica una legge del 2012 e ridefinisce il perimetro delle esenzioni IMU dei terreni agricoli in aree montane (esenzione prevista da una legge del 1992). Prima si usava una circolare del ’93 che elencava i Comuni esenti, poi la legge del 2012 ha posto la differenza tra chi coltiva il terreno e chi no in base a fasce di altitudine, norma rimasta ferma per mancanza del decreto attuativo che, ovviamente, è arrivato alla fine del primo anno di applicazione dell’imposta.

Così accade che i Comuni sopra i 600 mt di quota (fa fede il centro urbano) rimangono totalmente esenti, per quelli tra i 600 e i 280 mt l’esenzione rimane solo per quelli coltivati (coltivatori diretti e IAP), sotto i 280 mt pagano tutti. Lo Stato conta così di recuperare 350 milioni.
Inevitabile bagarre sulla scadenza, che inizialmente sembrava rimanere al 16 dicembre, poi spostata al 26 gennaio 2015. Anche perché adesso tutti si devono mettere a fare i calcoli per capire chi paga, chi no e quanto si deve pagare. Già, perché mica tutti i Comuni hanno fissato le aliquote per questa categoria di imposta, almeno chi prima era esente. Per fortuna ci ha pensato lo Stato: vi faccio un altro taglio ai conferimenti del Fondo di Solidarietà Comunale, così l’aliquota IMU sui terreni agricoli la dovete fissare per forza!

M.F.

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