Riccione, 23 novembre 2002
In una tiepida mattinata, accarezzata dal sole di fine novembre, il Vescovo di Rimini, monsignor Mariano De’ Nicolò, ha asperso l’acqua santa sulla lucida e marmorea “prima pietra” del futuro Palazzo dei Congressi di Riccione, che è stata subito dopo calata nella terra dal presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani, tra gli applausi del gruppetto di autorità, imprenditori, forze dell’ordine, giornalisti e curiosi, radunato sotto le colline di terra smossa del cantiere aperto a due passi dalla rinomata via Ceccarini.
Riccione, e con lei la Romagna, e dietro di lei l’intera regione, guardano con fiducia e, soprattutto, con determinato attivismo, al futuro: nel 2005 l’articolato complesso, progettato da Alessandro Anselmi e fortemente voluto dalla più forte categoria imprenditoriale della città, gli albergatori, vedrà la luce nel cuore di quella che è stata definita dal presidente della Provincia di Rimini, Ferdinando Fabbri, “la vera capitale del turismo di tutta la costa adriatica”.
A fare gli onori di casa è stato Giorgio Montanari, presidente di Palariccione SpA, impresa che è riuscita ad aggregare ai due soci fondatori Ascom e Associazione degli Albergatori le altre realtà significative del “sistema Riccione”, cioè Assindustria, Cassa di Risparmio, Camera di Commercio e Provincia, e che ha aperto le porte a new entries che si chiamano Confesercenti, Fondazione della Cassa di Risparmio e Fiera di Rimini, forte, quest’ultima, del suo nuovissimo quartiere e dei suoi ambiziosi progetti. Tra questi progetti la vicina Rimini ha anche un suo proprio Palazzo dei Congressi, da realizzarsi nel luogo della vecchia Fiera, che, verosimilmente, seguirà a ruota quello di Riccione.
Un quartiere fieristico nuovo e con imminenti progetti di ampliamento, due nuovi palazzi dei congressi nel raggio di 20 chilometri: non è un po’ troppo?
Per un territorio che vanta uno dei maggiori potenziali ricettivi del mondo sembra di no.
Il tema della competizione sul territorio è stato affrontato due volte, da Giorgio Montanari (“Riccione e Rimini non sono in competizione, ma sinergici”) e da Ferdinando Fabbri (“Il mercato è in espansione e occorre diversificare l’offerta”); ma la carta in più che questo lembo di Romagna ha saputo giocare è stata ricordata, per tutti, da Errani: “la chiave del successo di questa gente, che viene dalla mezzadria e che ha costruito un sistema produttivo che non si esaurisce mai, è la solidarietà”, ha detto il presidente della Regione, un concetto che è molto vicino a quello della cultura dell’ospitalità.
Anche se i problemi non mancano, da quelli strutturali (il traffico sulla statale adriatica è drammatico come nei più grandi centri urbani, ma il gioco di squadra delle istituzioni locali sembra aver messo alle corde l’ANAS) a quelli delle inevitabili polemiche (“l’unica inesauribile risorsa di cui disponiamo” le ha definite Errani), il futuro è marcato dal segno indelebile dell’ottimismo, premiato dagli squarci di tiepido sole in queste settimane segnate dal maltempo.