Venerdì 17 maggio 2019 la chiesa del Santuario del Beato Sante era strapiena di scolari e studenti, dei loro accompagnatori e dei loro insegnanti, provenienti da tutta Italia per assistere alla premiazione dei vincitori del concorso “Mombaroccio/Sarano – Luci nel Buio della Shoah”, organizzato dal Comune di Mombaroccio e dall’ICS Pirandello/Scuola Secondaria di Primo grado “Federico Barocci” di Mombaroccio, da un’idea del giornalista Roberto Mazzoli. Dopo i saluti di Fra Renato Martino, Padre guardiano del Convento, del Sindaco Angelo Vichi, dell’Arcivescovo Mons. Piero Coccia, della dr.ssa Cinzia Biagini, direttrice dell’ICS Pirandello, della dr.ssa Patrizia Paoloni in rappresentanza della Provincia di Pesaro e Urbino e del dr. Remo Morpurgo, in rappresentanza della Comunità Ebraica di Ancona, i primi momenti di commozione sono venuti durante la breve intervista di Roberto Mazzoli alle sorelle Vittoria e Myriam Sarano, presenti con i loro compagni e familiari, nel rievocare i momenti drammatici di oltre settant’anni fa verificatisi tra le mura del Convento. La sala era piena di giovanissimi scolari e studenti, che hanno seguito la premiazione in maniera ordinata e disciplinata. Particolarmente toccante e coinvolgente la lettura del racconto della vincitrice del primo premio per la sezione letteraria da parte dell’autrice, Michela Coppola. Ha chiuso la manifestazione la dr.ssa Marcella Tinazzi, direttrice dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Pesaro.
(Pubblicato il 20 maggio 2019 su Mombaroccionotiziario.it)
A sottolineare l’importanza dell’evento, le belle e profonde parole che Charlotte Knobloch, Presidente dell’Istituto di Cultura Israelitica di Monaco e dell’Alta Baviera, ha indirizzato all’assemblea e, in particolar modo, ai giovani scolari e agli studenti partecipanti. È un testo che va letto e riletto con attenzione, che qui proponiamo per intero. …
Egregio sig. Sindaco Vichi,
Egregio sig. Vicesindaco Ferri,
Gentili componenti della Famiglia Sarano,
Gentili eredi dell’ufficiale Erich Eder,
Gentili signore e signori,
ma, prima di tutti,
care alunne e cari alunni che venite da diverse regioni del vostro bellissimo Paese!
Purtroppo oggi non posso essere di persona con voi a Mombaroccio. Ma sono molto contenta per l’eccellente partecipazione studentesca al premio “Luci nel Buio della Shoah”. È un segnale importante, e quindi è un mio sincero desiderio sostenervi e rivolgervi alcune parole.
Ma prima di tutto vi dico: Congratulazioni! Care scolare e cari scolari, io mi congratulo di cuore con voi per questo premio!
Avete trattato con impegno e in modi diversi con il passato, con il periodo più buio che la Germania nazista ha portato sul vostro Paese e con il singolare crimine umano della Shoah. Inimmaginabile e incomprensibile fino ad oggi è l’orrore che le persone hanno fatto alla gente in quel momento: solo perché erano ebrei, perché erano sinti e rom, perché erano omosessuali, perché avevano una disabilità o per altre ragioni, erano determinati all’annientamento da questa ideologia omicida.
È stato un momento di grande paura e disperazione per il popolo ebraico. Terribili esperienze che sono bruciate per sempre, fisicamente e mentalmente. Io stessa ho vissuto questi dodici anni da bambina; alla liberazione dal nazionalsocialismo, che abbiamo commemorato solo una settimana fa, avevo solo dodici anni. Ancora oggi ricordo con tutti i miei sensi e in tutti i suoi dettagli, ma soprattutto l’immensa paura, la disperazione e la terribile impotenza con cui siamo stati esposti alle ostilità della popolazione delle nostre immediate vicinanze, all’esclusione sistematica da parte delle istituzioni statali e infine alla spietata persecuzione, anche perché molti Paesi si sono rifiutati di accettarci.
Non ho niente di meno che un miracolo da ringraziare per aver parlato con voi oggi. Un miracolo, come ha vissuto anche la famiglia Sarano. Nei tempi più bui abbiamo incontrato persone che non hanno rinunciato alla loro umanità – che ci hanno salvato, anche se questo ha messo in pericolo la loro vita. L’agente Erich Eder si rese conto che aveva la scelta, che poteva decidere. E decise di orientarsi sulla sua bussola interiore, di mantenere i suoi valori di misericordia, empatia e umanità – e di non tradire la sua anima ad un’ideologia omicida. Come il mio salvatore, Kreszentia Hummel, che per anni ha finto che io fossi la sua figlia illegittima e quindi mi ha salvato la vita, anche l’ufficiale Eder era “una luce nel buio della Shoah”.
La sua luce di umanità brilla ancora oggi. Quello che ha fatto potrebbe essere più di 75 anni fa, ma non è passato. Al contrario, oggi è più attuale che mai – qui in Germania e con voi in Italia.
Sulle rovine della guerra e della Shoah, la gente in Europa dopo il 1945 ha costruito Stati liberi e democratici basati sul rispetto della dignità umana e dei diritti umani universali. L’idea di base, la promessa che fecero all’epoca, era: “Mai più!”
Signore e signori,
come testimone contemporaneo, come ebrea, come democratica, come essere umano, vedo oggi con grande preoccupazione: la promessa “Mai più!” viene rotta troppo spesso. Il male non viene con un solo grande colpo, ma in tanti piccoli passi che sembrano troppo piccoli perché molti possano intervenire. Giorno dopo giorno sperimentiamo che nei nostri Paesi le persone sono ostili, emarginate, attaccate, ferite e persino uccise perché si suppone che siano “diverse”, non si adattano a noi – e noi sperimentiamo che troppi tacciono e guardano lontano. L’antisemitismo è in aumento in tutta Europa e l’oblio della storia, la xenofobia, il nazionalismo e l’omofobia sono in aumento in tutti i Paesi in modo spaventoso, fino ai nostri parlamenti.
Due settimane fa, nell’ex campo di concentramento di Dachau, ci siamo ricordati della liberazione del campo come facciamo ogni anno. Fu il primo campo di concentramento che i nazisti istituirono già nel 1933, poco dopo aver preso il potere, fuori dalle porte della mia città di Monaco di Baviera. Fino alla sua liberazione, il 29 aprile 1945, persone provenienti da 34 nazioni furono imprigionate, torturate e uccise. Ogni anno incontro anche la delegazione italiana che viene a commemorare le vittime italiane. A Dachau, la dimensione europea del terrore nazionalsocialista diventa visibile, così come la dimensione europea della nostra responsabilità per le nostre democrazie. Non dobbiamo dimenticare – e oggi non dobbiamo guardare dall’altra parte e rimanere in silenzio quando la promessa dei sopravvissuti e l’eredità di “Mai più” viene infranta.
Signore e signori,
come sopravvissuta e testimone contemporaneo, vorrei ringraziare tutti coloro che hanno ispirato e reso possibile questo premio. Si tratta di un importante contributo alla dignitosa memoria delle vittime della Shoah e, allo stesso tempo, alla conservazione delle nostre democrazie di oggi.
Cari studenti,
con le vostre opere della memoria portate la luce dell’umanità, che l’ufficiale Erich Eder ha acceso nel buio della Shoah, nella vostra generazione. Questa è una vostra responsabilità, e la cerimonia di premiazione di oggi dimostra che l’avete accettato in modo esemplare.
I testimoni contemporanei diventano sempre meno, siamo alle soglie del tempo senza testimoni contemporanei. Poi dipende dal fatto che il testimone della memoria è stato consegnato dalla mia generazione, la generazione dell’esperienza, alla vostra, la generazione della conoscenza. E che accettiate e prendiate seriamente questo compito e questa responsabilità, per la vostra vita in una società in cui nessuno è escluso o addirittura perseguitato perché ebreo o altrimenti appartenente a un gruppo di persone che si suppone “diverso” e “straniero”.
L’uomo è capace di un male inimmaginabile, allora come adesso. Ed è capace di illuminare l’umanità, allora come adesso. Sta a noi decidere, giorno dopo giorno. Che questo segnale provenga da Mombaroccio.
Quindi vi dico in conclusione:
– seguite la vostra coscienza, la vostra mente e soprattutto il vostro cuore!
– non distogliete lo sguardo quando le persone nel vostro ambiente sono emarginate!
– e non lasciate che nessuno vi dica nella vostra vita chi dovete amare e chi dovete odiare!
Grazie per l’attenzione.
Queste le scuole che hanno vinto:
SEZIONE SPECIALE SCUOLA PRIMARIA
Comunicazione della Giuria per la Sezione Speciale della Scuola Primaria.
Dall’analisi degli elaborati pervenuti per la sezione speciale per la scuola primaria, la giuria ha colto l’impegno e il coinvolgimento emerso da parte di studenti, di una così giovane età, nella realizzazione dei propri lavori, e l’altrettanto impegno con cui i docenti hanno guidato gli alunni alla conoscenza e alla riflessione su un tema così importante come quello della Shoah. La Giuria ha scelto 4 elaborati per la selezione finale seguendo soprattutto, tra gli altri, il criterio della capacità di contribuire a mantenere viva la memoria degli eventi della Shoah e della capacità di far emergere la luce della solidarietà e della fraternità.
PRIMO PREMIO:
Istituto Comprensivo “Valtoce” Scuola Primaria “Papa Giovanni Paolo II” di Premosello Chiovenda Classe Terza, per il video “Binario 21”.
Motivazione: L’elaborato risulta coerente, capace di catturare l’attenzione del pubblico ed è particolarmente originale nella costruzione di un vagone di un treno, che non viaggia più verso i campi di concentramento, ma verso quella libertà che si intende restituire alle farfalle chiuse nel buio del vagone. Tali farfalle rappresentano ebrei salvati in modo immaginario dagli studenti che hanno prodotto l’elaborato, dal quale emerge la luce della generosità, della speranza, della solidarietà e della fede che salvano dal buio dell’indifferenza.
SECONDO PREMIO:
Istituto Comprensivo “G. Racioppi”, Scuola Primaria di Moliterno, classe quarta A, per il video “TG Quarta – Edizione speciale”.
Motivazione: L’idea di realizzare un’edizione speciale di un telegiornale, attraverso il quale mostrare le interviste fatte ai propri compagni di classe che interpretano figure che hanno vissuto la Shoah o che hanno salvato dei perseguitati in questa vicenda storica, risulta originale e con un buon impatto comunicativo. Altrettanto apprezzata è stata la poesia finale che, anche dal titolo “Il bello della Shoah”, dimostra, così come il resto dell’elaborato, di contribuire a mantenere viva la luce di quegli episodi di fraternità verificatisi in un periodo così buio della Storia.
TERZO PREMIO:
Istituto G. Leopardi di Pesaro, classi quinta sezioni A, B e C della Scuola Primaria, per il video “Il bene si può sempre fare”.
Motivazione: Il video, attraverso le voci narranti degli alunni e le immagini che si susseguono, cattura l’attenzione del pubblico e fa conoscere in modo efficace la storia di Odoardo Focherini che, realizzando documenti falsi e sacrificando la propria vita, ha salvato più di 100 ebrei. L’elaborato riesce a far emergere la luce di solidarietà di un uomo che ha deciso di ascoltare i bisogni degli altri.
SEZIONE LETTERARIA
Comunicazione della Giuria per la Sezione Letteraria.
Alla Sezione Letteraria sono pervenuti numerosi elaborati, sei dei quali sono stati ammessi per la selezione finale. È apprezzabile l’impegno che allievi e docenti hanno messo nello sviluppare i temi: uno sforzo di immaginazione e di approfondimento storico che va inquadrato nell’ottica di contemperare le finalità didattiche della Scuola con quelle di questo concorso, e cioè mettere in atto una efficace azione di rinforzo per mantenere viva la memoria, azione tanto più importante oggi, che stanno via via scomparendo gli ultimi testimoni diretti della Shoah. Vogliamo segnalare un’incongruenza ricorrente in diversi elaborati, ovviamente non premiati, significativa però per far comprendere com’è difficile immedesimarsi in una realtà del passato: allora nessuno sapeva dei campi di sterminio e gli ebrei che venivano deportati conoscevano solo alla fine il loro destino; un’altra segnalazione riguarda l’equivalenza tedeschi-nazisti: non tutti i tedeschi erano nazisti e l’ufficiale Erich Eder lo ha dimostrato proprio qui, al Beato Sante.
PRIMO PREMIO:
Liceo Classico Carducci di Cassino, classe 2a A, per il racconto “Una luce nella Shoah”.
Motivazione: Scritto con uno stile piano e garbato, il racconto del dramma interiore di una donna violata diviene subito coinvolgente e induce il lettore a condividere la sua disperazione, ad avere pietà per la sua sofferenza, e infine a gioire con lei per l’arrivo della luce, che – a sorpresa – si accende con il gesto di un silenzioso e sconosciuto eroe. La speranza, sembra dirci l’autrice, è fatta soprattutto di piccole cose che sanno alimentare grandi sogni.
SECONDO PREMIO:
Istituto “Preziosissimo Sangue” di Bari, Scuola secondaria di primo grado, classe prima, per il racconto “Alla scoperta di un commovente passato”.
Motivazione: Nel diario di un giovane di oggi che scopre il dramma e le paure della Shoah grazie a un viaggio della memoria fatto con il nonno, si trova il tema forte della trasmissione del ricordo, per non lasciare all’oblio le mille narrazioni di donne e uomini brutalmente perseguitati e i tanti casi di altre donne e altri uomini che, per quello che hanno potuto, sono stati fonti di luce in quella notte buia. Il giovane rivive con il nonno le sue paure e poi la sua speranza, riconoscente con chi, allora, ha permesso all’oggi di esistere.
TERZO PREMIO:
Istituto Comprensivo di Saluzzo, Scuola Secondaria di Primo Grado, Plesso di Manta, Classi Seconda A e Seconda B, per il racconto “Lettere tra Giulio e Mario”.
Motivazione: Un breve scambio epistolare tra due amici adolescenti rivela il dramma di una famiglia in fuga. Il giovane cristiano non capisce subito perché l’amico di sempre se ne sia andato, i brevi riferimenti alla loro quotidianità delineano una normalità, compagni di giochi e, forse, la prima ragazza, che il suo amico non può permettersi, perché è ebreo. Ma anche per lui si accende una luce, un aiuto che gli permetterà di attraversare il buio della Shoah.
SEZIONE MULTIMEDIALE
Comunicazione della Giuria per la Sezione Multimediale.
La Giuria desidera evidenziare e sottolineare che dalle numerose opere pervenute ed esaminate è risaltato chiaro lo sforzo e l’impegno che docenti e alunni hanno profuso in modo lodevole nella produzione del non facile messaggio. Tuttavia, va rilevato che a volte il tema centrale richiesto dal bando non è stato completamento recepito, cioè non è stata individuata la “luce” che ha squarciato il buio della Shoah. Sette lavori sono stati ammessi alla selezione finale, tra i quali la Giuria ha individuato i tre vincitori.
PRIMO PREMIO:
Istituto Comprensivo di Macerata Feltria, scuola secondaria di primo grado, classe seconda, per il racconto “Luci nel buio”.
Motivazione: Il messaggio cattura l’attenzione del destinatario comunicando il tema del bene sul male, della luce nel buio della Shoah attraverso un uso sapiente della luce, del grigio, della musica e tramite un uso della tecnica del linguaggio adeguata, che rende il messaggio stesso semplice ed efficace, capace cioè di raggiungere l’obiettivo che si era prefisso.
SECONDO PREMIO:
Istituto di Istruzione Secondaria “Luigi Donati” di Fossombrone, classe Quinta A Professionale, per il racconto “La famiglia Sarano”.
Motivazione: L’orologio e il libro costituiscono l’originalità del messaggio che, insieme con l’aderenza alle finalità del Premio, con la fantasia delle illustrazioni, con il testo poetico e con la tecnica del linguaggio utilizzato, non solo risulta ben leggibile, ma anche piacevole.
TERZO PREMIO:
Liceo Mamiani di Pesaro, classe Terza B Linguistico, per il racconto “La memoria dei numeri”.
Motivazione: Le finalità del premio sono state ben recepite. Il racconto si sviluppa attraverso una documentazione adeguata e la tecnica del linguaggio utilizzato ha mantenuto la leggibilità del messaggio nella discontinuità del ritmo narrativo e nella dilatazione dei tempi.