CONTENZIOSO ITALSERVICE, COME UNA PARTITA A SCACCHI CON QUALCHE PEDINA IMPAZZITA

(CRONACHE DA MOMBAROCCIO, 11 luglio 2014) Il ricorso alla procedura di riequilibrio finanziario riapre la partita.

Il Consiglio Comunale  si è riunito il 9 luglio scorso in seduta straordinaria con un solo argomento all’Odg: aderire alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale in conseguenza dell’oneroso impegno economico che si prospetta dopo l’esito negativo della causa civile con la soc. Italservice.
La storia è nota: un contenzioso generatosi nel  2007 da un appalto per lavori alla Casa Protetta “Beato Sante” nel settembre dell’anno scorso ha visto il Comune soccombere in primo grado, con la condanna esecutiva al pagamento di 402.000 Euro. Facendo ricorso in appello, il Comune aveva chiesto la sospensiva del pagamento, che è stata rigettata dalla Corte di Ancona nello scorso gennaio e in marzo sono arrivati i pignoramenti della controparte, ai quali il Comune ha fatto opposizione. L’udienza sul merito si è tenuta lo stesso 9 luglio.
Per limitare i danni (gli oneri  per il Comune stanno lievitando e a oggi si aggirano sui 440.000 Euro), appena insediatasi la nuova Amministrazione ha trattato con la Italservice una transazione che chiude la vicenda su un importo di 381.860 Euro, da corrispondersi entro il corrente anno, accompagnato dalla rinuncia a qualsiasi ulteriore rivalsa della controparte e, a pagamento avvenuto, dalla rinuncia all’appello da parte del Comune. Questa soluzione è stata approvata a maggioranza dal Consiglio Comunale del 20 giugno scorso, non senza polemiche da parte delle opposizioni.
Non è il caso di tornare in dettaglio sui termini di quel dibattimento (vedi altro articolo in questa sezione), ma occorre spiegare cosa è accaduto dopo il 20 giugno e perché ci si è trovati nella necessità di avviare la procedura per il riequilibrio finanziario.
Preparato l’atto transattivo conforme alle indicazione del Consiglio Comunale, la Italservice e i suoi legali hanno preteso dal Comune un passaggio insostenibile: la rinuncia immediata all’appello, prima della liquidazione dell’intero importo (che per comprensibili motivi è prevista nell’arco di alcuni mesi per dare modo al Comune di reperire i fondi necessari), senza che dall’altra parte vi fosse analoga rinuncia formale a ogni rivalsa (perché ovviamente legata al pagamento).
A questo punto, avvicinandosi la data di discussione dell’opposizione ai pignoramenti, come se non vi fosse alcun accordo per la soluzione transattiva del contenzioso, la controparte ha notificato un nuovo atto di precetto e un ricorso al TAR. Per scongiurare che nell’udienza del 9 luglio il Giudice  potesse assegnare le somme già pignorate (cosa teoricamente possibile), il Comune ha dovuto avviare la procedura di riequilibrio finanziario, che sospende tutte le procedure esecutive nei novanta giorni concessi per la predisposizione del piano pluriennale. E infatti il Giudice ha accolto la richiesta, sospendendo le procedure e rinviando l’udienza al 3 dicembre.
Il Consiglio Comunale ha approvato la proposta: alla maggioranza si è unito il Consigliere d’opposizione Massimo Muratori, che ha sostenuto che questa decisione è in linea con le scelte fatte anche dall’Amministrazione precedente, precisando che si riserverà comunque di valutare nel merito il riequilibrio di bilancio una volta che lo stesso sarà presentato.
Diverso è stato l’atteggiamento dell’altro Consigliere di opposizione, Marco Masetti, che nel dichiarare al propria astensione, ha letto e depositato una dichiarazione messa agli atti del Consiglio. Nella sostanza Masetti sostiene che la maggioranza compie una “inversione di marcia di 180 gradi” rispetto alla delibera assunta il 20 giugno scorso che, ovviamente, non ha condiviso. Il resto della dichiarazione tratta di temi non inerenti l’argomento in questione, sui quali avremo modo di tornare in altra sede (tema: lo Staff del Sindaco).
Va chiarito al Consigliere Masetti, e spiegato ai cittadini, che non si tratta affatto di un ripensamento o di un’inversione di rotta. Se la Italservice si fosse comportata in coerenza con i termini dell’accordo transattivo, oggi avremmo firmato l’atto, i pignoramenti sarebbero stati ritirati e entro l’anno avremmo chiuso la vicenda in maniera definitiva, reperendo i fondi necessari o tramite la vendita delle azioni di Marche Multiservizi, o con la stessa procedura avviata oggi.
Così i giochi sono ancora aperti, sia nell’ipotesi di una nuova transazione, sia in quella di un braccio di ferro che potrebbe arrivare anche fino all’appello. Come una partita a scacchi. Piacerebbe che sotto i colori di Mombaroccio, contro quelli dell’Italservice, giocassero tutti i pezzi sullo scacchiere, anche quelli dell’opposizione.

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