Nel desolato panorama di scrittori italiani di fantascienza caratterizzato dal problema del “vorrei ma non posso” (ambizioni smisurate e zero capacità narrativa) – scrive Giovanni Dall’Orto – di tanto in tanto emerge inatteso uno scrittore che si legge per il piacere della narrazione e per l’interesse della vicenda. Un romanzo davvero godibile, privo delle goffaggini tipiche degli autori italiani di fantascienza, anzi in molte occasioni “con una marcia in più” rispetto alla media della produzione fantascientifica che ci viene dall’estero.
Al liceo classico Manzoni si è ripetuta, in grande questa volta, l’esperienza del 2012 al Cesare Beccaria, quando mi sono confrontato con gli allevi di quarta ginnasio che avevano letto il romanzo come testo integrativo al corso di storia antica (e di letteratura). Quattro classi negli ultimi due anni hanno letto SCAMBI D’IDENTITA’ e l’incontro, al quale hanno partecipato circa duecento allievi, è stato molto stimolante.
Il professore ha detto ai suoi 27 allievi della 1a F: “Ragazzi, ecco a voi l’autore”. E l’applauso che ne è seguito mi ha messo subito a mio agio.