Con l’articolo “Accompagnatore turistico, a che esame giochiamo?” ho iniziato la mia collaborazione con la rivista tecnica per agenti di viaggi “Avinews”, un quindicinale fondato da Massimo Valeriani, diretto da Paolo Andreoli, con la collaborazione dell’eccellente vignettista Sergio Barletta. Era un periodico dal piglio polemico e aggressivo, in difesa della categoria degli agenti di viaggi nei frequenti braccio di ferro economici e di potere soprattutto con i vettori, a cominciare dal monopolista Alitalia che (allora, tanti, tanti anni fa) faceva la voce grossa e dettava legge. O almeno ci provava.
Il tema del servizio era quello della regolarizzazione degli accompagnatori turistici abusivi, formatisi sul campo negli anni in cui la categoria non voleva che si tenessero esami (come quella delle Guide turistiche, del resto) per esercitare una sorta di controllo su quel particolare settore del business turistico. Poi però sorge il problema che i formalismi dell’esame spesso non rendono giustizia. La domanda è: come può un esame per lo più nozionistico valutare le capacità di una persona nel tenere insieme, guidare e soddisfare le esigenze del gruppo di persone che l’agenzia gli ha affidato?
A ben guardare, salvo i molti successivi cambiamenti normativi e operativi nella professione, questo articolo suona ancora oggi molto attuale (9 giugno 2020)