(CRONACHE DA MOMBAROCCIO, 14 novembre 2015) Si è svolta ieri sera in maniera ordinata e civile l’assemblea pubblica organizzata dal Comitato per il SÌ al referendum del 13 dicembre sulla fusione tra Mombaroccio e Pesaro. L’Assessore di Pesaro Antonello Delle Noci ha sostituito il Sindaco Matteo Ricci, rimasto impegnato fuori provincia. Presenti al completo gli organizzatori del Comitato per il No.
Dalle nove di sera fino a poco dopo le undici si è svolta la prima delle quattro assemblee pubbliche che il Comitato per il Sì ha programmato a Mombaroccio in vista del referendum del 13 dicembre (le prossime: lunedì 23 novembre al Cairo, giovedì 3 dicembre a Montegiano, venerdì 11 dicembre a Villagrande).
L’incontro, moderato da Valter Recchia (che ha fatto una breve introduzione sui principi delle integrazioni amministrative tra tradizioni storiche e prospettive di sviluppo), ha consentito al Sindaco di Mombaroccio, Angelo Vichi, e all’Assessore al Bilancio di Pesaro, Antonello Delle Noci, di ribadire i punti di forza del progetto politico di fusione e le motivazioni del votare SI’ al referendum consultivo di dicembre, a proposito del quale Delle Noci ha ribadito che il fatto di avere carattere consultivo non ne sminuisce l’importanza, perché, se è vero che la decisione spetterà alla Regione, è difficile deliberare un atto contrario alla palese volontà dei cittadini.
In particolare, Delle Noci, rispondendo ad alcune domande poste dalla parte del pubblico impegnata sul fronte del no, ha ribadito la legittimità degli atti e delle delibere che hanno avviato il percorso, perché fondati sulla legge regionale in quel momento esistente, unico legittimo riferimento per i due Comuni; i cittadini sono liberi di pensarla diversamente e di fare, come hanno fatto, un ricorso al TAR, e sarà il Tribunale a decidere. Ma, ha sottolineato l’Assessore pesarese, il rispetto della democrazia si fonda sul rispetto delle istituzioni, che sono gli Organi legittimamente eletti, le cui decisioni, se prese nel rispetto della legge, vanno a loro volta rispettate (anche se possono essere politicamente contestate da chi non è d’accordo). Quindi, nessuno ha infranto la legge e nessun amministratore di Mombaroccio o di Pesaro ha calpestato la democrazia.
Alla domanda del perché insistere con la fusione, visto che la legge di stabilità alleggerisce la pressione del Patto che aveva creato l’emergenza alla radice di tutta l’operazione, Delle Noci ha risposto che i cittadini di Mombaroccio possono scegliere, con il referendum:
a) imboccare la strada della soluzione dei problemi e dello sviluppo, nell’ottica di un’integrazione nell’area omogenea alla quale appartengono, completando i percorsi già avviati sin dalla precedente amministrazione con le convenzioni con Pesaro e, da quella attuale, con il progetto dell’Unione dei Comuni, e allora devono votare SI’ il 13 dicembre;
b) oppure rimanere al palo, gestire l’ordinario con pochissime possibilità di fare investimenti anche se, forse, lo spettro del dissesto sembra per il momento essersi allontanato. Quello che si sblocca dell’avanzo di amministrazione per nuovi investimenti a Mombaroccio è intorno ai 250.000 Euro, basta appena per rifare bene una strada, ed è una tantum. Ben poca cosa rispetto agli 8 milioni di Euro assicurati dalla fusione con Pesaro. Questo è quello che accade votando NO, si sta fermi mentre il mondo va avanti veloce.
A proposito di velocità, qualcuno l’ha interpretata come fretta. Delle Noci ha precisato che andare veloci non vuol dire essere frettolosi, ma efficenti e, appunto, veloci. Veloci nel fare per dare concretezza ai progetti e partecipare a uno sviluppo generale che si vuole condurre in maniera coordinata per aree omogenee.
Angelo Vichi ha ricordato le numerosi situazioni difficili delle varie frazioni e ha sottolineato come quello delle fusioni non sia un problema solo di Mombaroccio e Pesaro, ma generalizzato in tutta Italia, dove oltre cinquecento Comuni stanno ragionando su progetti simili; e il fatto che nella nostra provincia siano in corso due progetti di fusione per incorporazione, con Urbino e Tavoleto che andranno alle urne sempre il 13 dicembre, rende evidente come queste operazioni non siano un fatto di logica legata agli schieramenti politici, ma trasversale a questi, perché se da noi la fusione è condotta dalla lista guidata dal PD a Pesaro e da una lista civica apartitica a Mombaroccio, a Urbino lavorano una lista di centrodestra nel Comune incorporante e un’altra legata al PD a Tavoleto.
MF