- di mauroadmin
Un anno speciale il 2012, tra crisi, recessione e profezie Maya.
Si prospetta un anno ancora più horribilis del temuto 2009, con l’aggiunta della (funesta?) profezia del calendario Maya per il solstizio d’inverno, tra docici mesi esatti (o quasi).
Se sul fronte dell’economia e della politica ho poco da aggiungere rispetto ai fiumi di parole che si leggono nei giornali, che si sentono tra radio e tv o che si scovano navigando in internet (a parte che mi sembra di vedere solo tante tasse e molto poco per lo sviluppo, a parte che il giochetto delle pensioni ha il sapore di nascondere solo altre tasse, a parte che siamo sempre noi “noti” a pagare, a parte che i troppi privilegi delle varie caste non sembra vengano scalfiti, a parte i costi apparentementi incomprimibili della politica, a parte …), sul tema del calendario Maya ho avuto modo di fare qualche riflessione più approfondita.
Nel romanzo Oltre la Fenditura, da poco terminato (al momento stiamo valutando proposte editoriali), la prima versione del cap. 9 trattava del tema del 2012. Per motivi diversi, legati alla natura del romanzo, il capitolo è stato successivamente riscritto incentrando gli argomenti dei dialoghi tra l’ispettore Janko, la giornalista Sandra Render e il passaggero del treno Ginevra-Milano Ross Cabanni sul tema del magnetismo e della consapevoleza di massa.
Ma i nodi legati al temuto (?) 20 dicembre 2012 rimangono comunque meritevoli di approfondimenti:
“Trovo interessante che un popolo come i Maya, con i limitati strumenti che avevano a disposizione, abbia potuto calcolare certe dinamiche della meccanica celeste e i conseguenti fenomeni astrali con straordinaria precisione” dice Cabanni, che più tardi aggiunge, tra le altre cose: “il fenomeno astrale di cui si parla è il grande allineamento galattico, cioè il Sole che si allinea con il piano equatoriale della Galassia proprio nel solstizio d’inverno del 2012” con tutti i pianeti lungo lo stesso asse a puntarne il cuore oscuro (buco nero).
Poi Sandra pone la questione del magnetismo terrestre. “Se cala il magnetismo siamo esposti alle radiazioni più pericolose” ammetterà Janko, mentre Cabanni addirittura sembra azzardare che “le nostre emozioni reagiscono ai campi magnetici e anche il sistema immunitario e la percezione dello spazio-tempo” ammettendo, infine, che “pare che il fenomeno dell’inversione dei poli magnetici sia legato all’allineamento dei pianeti soltanto per quanto riguarda questa particolare contingenza, in virtù dell’aumento del campo di frequenze della Terra.”
E’ qui che Janko e Sandra cominciano a capirci sempre meno. E noi?
Avevano ragione i Maya? Avverrà l’inversione polare del magnetismo terrestre? Cìè un legame con l’allineamento galattico? E soprattutto, sarà la fine del mondo, o solo di un ciclo? E di quale ciclo?
Sembrano le domande della trasmissione Voyager (e la cosa non mi entusiasma molto, visto che è una trasmissione che apprezzo poco), ma i temi sono questi e per vedere come trattiamo (noi autori di Oltre la fenmditura) l’argomento, vi in vito a leggere la conversazione tra Janko, Sandra e Ross della prima versione del capitolo 9: qualche risposta la diamo.
Qui di seguito il testo integrale.
PRIMA VERSONE DEL CAPITOLO 9 DEL ROMANZO “OLTRE LA FENDITURA”
di Mauro Ferri (il narratore), Davide Fiscaletti (il fisico) e Amrit Sorli (l’ingegnere)
– tutti i diritti sono riservati –
GINEVRA, DOMENICA 25 MARZO, ORE 6.30 P. M.
Appena atterrato sulla pista dell’aeroporto della città svizzera, l’aeromobile dell’Esercito Italiano fu raggiunto da un ordine di servizio urgente: doveva lasciare a terra i passeggeri e proseguire immediatamente per il Libano, in appoggio alle truppe dell’ONU. Janko e Sandra sarebbero stati prelevati da un secondo aereo, ma solo il giorno dopo. In mancanza di altri voli di linea con orari accettabili a quell’ora della domenica, l’unica alternativa era un treno veloce che li avrebbe condotti a Milano in tarda serata, dove avrebbero avuto un’auto della polizia per arrivare a Firenze in piena notte. Faticoso, ma inevitabile, date le circostanze. Salutarono Enzo Cruciani e si fecero accompagnare in stazione.
Enzo cercò subito di mettersi in contatto con Stephanie, ma al numero che gli aveva dato la ragazza non rispondeva. Tornò al locale dove l’aveva conosciuta la sera prima, si ricordavano di lei, ma nessuno la conosceva. Non era dunque una accompagnatrice del locale, né era conosciuta come una prostituta della zona. Chi era, dunque? Cercò di avere informazioni tramite il numero di telefono, ma la compagnia telefonica gli disse che era un numero riservato. Allora chiamò Janko.
SUL TRENO GINEVRA-MILANO, DOMENICA 25 MARZO, ORE 8.00 P. M.
“Era Cruciani” disse Janko guardando Sandra che, appena arrivata la chiamata, aveva interrotto la lettura di una rivista e aveva seguito i brani di conversazione con avida curiosità.
“Novità?”
“Dice di aver visto la bionda della sua notte piccante salire all’Interpol quando noi ne siamo usciti.”
“Ma dai!”
“Non ne ha certezza, ma non riesce a verificare la cosa, perché lei non gli risponde più e il numero che gli ha dato è riservato. Mi ha chiesto se posso rintracciarlo io.”
“Vedrai che se torna in quel locale, stasera la ritrova.”
“C’è già stato, ma non la conoscono.”
“Ah, questa poi!” Sandra era sorpresa. Rifletté un attimo. “Se fosse vero … lo adesca a Ginevra, lo segue a Londra, poi cosa farà?”
“Se fosse vero” disse Janko “tu hai l’occasione, domani, per scrivere un nuovo pezzo da prima pagina.”
“Ti è piaciuto?” chiese la donna riferendosi all’articolo che aveva inviato al giornale appena atterrati.
“Sei brava a scatenare l’immaginazione intorno ai fatti. Sono un tuo appassionato lettore.” Le sorrise. Lei si fece scura in volto.
“Io non manipolo l’informazione!” protestò.
“Non ho detto questo.”
“Hai detto che mi invento i fatti!”
“No, ho detto che scateni l’immaginazione intorno ai fatti, non che te li inventi.”
“Come a dire che non faccio del buon giornalismo.”
“Ma no, dolcezza …”
“Dolcezza riservalo per le tue amanti!” gli disse acida.
“Sandra, sei una bravissima giornalista e io, personalmente, ti seguo sempre con attenzione e ti leggo con piacere. L’uso dell’immaginazione è una qualità, non un demerito, anche perché tu sai farlo con discrezione, non vai mai oltre le righe …” la guardò, sembrava si stesse calmando “… il lettore finisce col credere a quello che gli lasci supporre, senza che nemmeno se ne renda conto.” Chiuse con un sorriso stampato su una perfetta faccia da schiaffi.
“Oh, lasciamo perdere!” Sandra riprese la rivista e finse di concentrarsi nella lettura.
Il treno passava da lunghe gallerie a suggestivi scenari di montagna. La carrozza di prima classe era quasi vuota. Nel camminamento centrale tra i sedili era da poco passato il carrellino dei generi di conforto, ignorato da Sandra e Janko, ma fermato da un passeggero seduto due file più avanti, che ordinò un caffè. Statura media, corporatura robusta, soprattutto nel girovita, capelli sul grigio un po’ lunghi e molto disordinati, i caratteri del volto scolpiti come una maschera teatrale, l’uomo pagò e prese la tazzina di plastica del caffè nel momento in cui il treno uscì da una galleria.
“Ha!” disse con voce dal timbro potente, afferrando il telefono portatile “Finalmente c’è campo.” Portò il telefono all’orecchio. “Senti, bello, tu non mi devi stare a …” Posò il caffè e s’incamminò nel corridoio centrale “… No, no, assolutamente no! Ti dico, fai quello che …” Camminava avanti e indietro nella carrozza, sempre con il telefono incollato all’orecchio, ogni tanto alzando lo sguardo al soffitto, altre volte guardandosi i piedi. “Non posso, ti ho detto! Arriverò tardi a Milano, domani devo essere a Bologna entro le undici, poi ho un intercity per Ancona subito dopo pranzo, ma come faccio a essere a Venezia per cena?” Sbuffò. “Dovete cavarvela da soli!” Passò vicino a Janko e Sandra e gettò uno sguardo alla donna, che d’istinto si accomodò la gonna. “Adesso basta! Io vi raggiungerò non prima di …” Galleria. “Cavolo, le gallerie!”
Era rimasto all’altezza delle loro poltrone. Posò il telefono in tasca e rimase a guardare Sandra, ma Janko colse subito che quell’uomo non stava fissando inopportunamente la donna. Era interessato alla rivista che lei aveva in mano, un mensile di argomenti esoterici. In copertina c’era il firmamento, si riconosceva la galassia e, in un angolo, il sole con i suoi pianeti tutti in fila orientati verso il centro galattico. Il titolo era eloquente: “2012: Cicli del Cosmo e Concomitanze profetiche.”
“Chiedo scusa” disse accennando a un inchino “non volendo, beh, cioè, in realtà volendo, è difficile non notare una bella signora …” sorrise apertamente. Sandra sembrò apprezzare il complimento, ma rimase guardinga, Janko aveva assunto un’espressione di pietra. “Ho visto il titolo della rivista che sta leggendo, signorina, posso darle un’occhiata veloce, se non sono troppo inopportuno?”
“No, prego” disse Sandra consegnandogli il giornale. L’uomo senza chiedere altro permesso si sedette accanto a Janko, di fronte a Sandra. Guardò la copertina, poi sfogliò l’articolo dell’interno, con foto di piramidi Maya, immagini medievali dell’Anticristo e altri richiami iconografici a misteriosi simbolismi: “Questo mi era sfuggito!”
“Lei colleziona testi sul 2012?” chiese Janko con un certo tono provocatorio.
“Trovo affascinante che un popolo come i Maya, con i limitati strumenti che avevano a disposizione, abbia potuto calcolare certe dinamiche della meccanica celeste e i conseguenti fenomeni astrali con straordinaria precisione.”
“Non mi dica che anche lei è uno dei seguaci del catastrofismo in stile new age!” lo incalzò Janko.
“No, al contrario. Ma permettete che mi presenti. Ross Cabanni, sono italo-americano, ingegnere elettronico e mi occupo di impianti fotovoltaici.”
“Piacere, Sandra Render, giornalista.” Lei gli diede la mano, Ross la prese e la sfiorò con le labbra nel gesto del baciamano.
“Giacomo Clusi, funzionario del Ministero dell’Interno” disse Janko accettando la stretta di mano.
“Per la mia formazione, per il mio lavoro e per la mia mentalità non posso non essere razionale e concreto. Noi ingegneri non possiamo permetterci le approssimazioni superficiali che sono consentite ai filosofi e ai letterati.”
“E ai giornalisti” o pizzicò Sandra.
“Non mi sarei mai permesso, signorina.” L’uomo sembrò preoccuparsi di non urtare la suscettibilità dei suoi interlocutori. “Volevo dire che ho abbastanza senso critico per non bermi tutto quello che viene detto sulle fantomatiche profezie, dai Maya agli Egizi a Nostradamus.”
“Già!” disse Janko “Quelle si capiscono solo dopo che i fatti sono accaduti. Belle profezie!”
“Però un mucchio di domande sono ancora senza risposta e certe coincidenze danno da pensare.” continuò Ross “e sul 2012 ho trovato una gran quantità di ciarpame nelle librerie, ma anche qualche testo interessante. Per esempio, scusate …” Si alzò, andò al suo posto, prese un libretto e tornò a sedersi davanti a Sandra, consegnandoglielo.
Sandra lesse: “2012 La grande menzogna” (1) poi cercò il nome dell’autore (Lucio Imperatori, non lo conosco, pensò la donna), l’editore e l’anno. Quindi disse, riconsegnandolo a Cabanni (che lo porse subito a Janko): “Pare sia vera la questione dell’allineamento dei pianeti su un solo asse e verosimile quella dell’inversione del polo magnetico. Se non ci fosse qualcosa di vero, non avrebbero certo costituito un’Authority internazionale per gestire le emergenze” disse Sandra.
“Andiamoci piano con l’Authority” Ross Cabanni era scettico “a me quella storia convince poco.”
“E’ un organismo internazionale sotto il controllo dell’ONU” obiettò Janko, mentre sfogliava con attenzione il libretto.
“Che ha poteri di intervento straordinari anche all’insaputa dei governi, o comunque senza attendere la loro autorizzazione. Mi sono studiato bene l’atto di fondazione.”
“Per forza ha quei poteri, se deve gestire un’emergenza umanitaria” eccepì Sandra.
“Ma quali emergenze?” Si accomodò in avanti con il tono di chi sta per impartire una lezione di fisica. “Il fenomeno astrale di cui si parla è il grande allineamento galattico, cioè il Sole che si allinea con il piano equatoriale della Galassia proprio nel solstizio d’inverno del 2012. E’ un fenomeno reale, ma è già accaduto nel 1998, e si verifica regolarmente ogni trentasei anni circa. Questo libro” (che Janko continuava a sfogliare) “lo dice chiaramente. Si tratta solo di una costruzione della nostra mente, perché i piani equatoriali non esistono come reali demarcazioni di qualcosa. Inoltre” con ampi gesti Ross disegnò alcuni cerchi nell’aria “è una costruzione che facciamo noi dal punto di vista della Terra!” Li guardò come se stesse rivelando una verità lapalissiana finora rimasta celata “In realtà, il Sole transita sull’asse dell’equatore galattico ogni trentadue milioni di anni, più o meno.”
“Cioè” disse Janko “quello che sembra una rarissima combinazione di fenomeni della meccanica celeste” si compiacque di utilizzare la terminologia poco prima usata dall’ingegnere “è soltanto un’illusione prospettica che abbiamo noi dal nostro pianeta?”
“Sì, e non c’è alcun effetto fisico concreto che sia direttamente collegabile a questo fenomeno.”
“Ma allora, il magnetismo?” Chiese Sandra.
“Qui, è bene chiarire prima i punti fermi. Intanto, come dice anche Imperatori, ‘il campo magnetico terrestre non è costante, né uniforme e neppure stazionario.’ E’ vero, ha subito molti cambiamenti, anche casi di polarità invertita. Lo sappiamo dalla magnetostratigrafia.”
“La magneto … che?” Sandra aveva ripreso il suo taccuino.
“Si studiano le tracce di magnetismo nei sedimenti rocciosi e loro ci dicono qual è stata la direzione del campo magnetico nelle diverse ere geologiche. Se permettete” aggiunse “questa è scienza.” Sorrise soddisfatto.
“Allora?” Janko lo invitò a proseguire.
“Ecco qua.” Ross aprì il libretto di Imperatori e lesse a voce alta: “La Terra, con il suo nucleo interno fuso, ruotando su se stessa e intorno al Sole, si comporta come una dinamo ad autoeccitazione.” Chiuse il libro tenendo l’indice tra le pagine e li guardò. Lo osservavano entrambi ancora in attesa di qualcosa di più comprensibile. Riaprì il volume: “Il nostro pianeta è quindi una specie di grande calamita con due poli da cui emerge il campo, che costituisce uno scudo contro le radiazioni esterne.” Li guardò con occhi pieni di acceso interesse. “Queste ultime vengono deflesse e incanalate in fasce che ci girano intorno senza colpirci.” Richiuse il libro.
“Ecco la possibile causa dei temuti disastri.” Janko parlava e Sandra appuntava freneticamente. “Se cala il magnetismo siamo esposti alle radiazioni più pericolose.”
“Come i raggi gamma emessi dal Sole, micidiali!” puntualizzò Ross.
“Ma allora potrebbe essere vero!” disse Sandra con un po’ di apprensione.
“Allora” riprese l’ingegnere “secondo i dati della magnetostratigrafia, adesso viviamo in una fase iniziatasi intorno a 780.000 anni fa, che definiamo ‘a polarità normale’. E prima di questa la Terra ha avuto una fase a polarità inversa per più di due milioni di anni. Nel passaggio tra le due fasi la vita era già evoluta verso specie complesse, c’era l’uomo primitivo, per esempio, e non si sono verificati danni catastrofici tali da generare questo sconsiderato allarmismo.”
“Vediamo se ho capito” disse Janko “riscontri scientifici assicurano che il magnetismo può fluttuare e invertirsi e che il fenomeno dell’inversione non è così esiziale per la vita biologica. Giusto?”
“Giusto” confermò Ross.
“Ma ha qualcosa a che fare con l’allineamento dei pianeti e con il prossimo 21 dicembre?”
“Secondo Imperatori un fenomeno simile non ha nessuna possibilità di verificarsi per quella data.”
“Non sarà esiziale, ma i miei lettori ne saranno sollevati” commentò Sandra.
“Tuttavia è vero che il campo magnetico sta diminuendo e anche se Imperatori ritiene che il fenomeno sia ‘fisiologico’, c’è chi sostiene che le nostre emozioni reagiscono ai campi magnetici e anche il sistema immunitario e la percezione dello spazio e del tempo. Quindi la diminuzione del campo magnetico terrestre sarebbe molto importante. Pare che man mano che ci avviciniamo al ‘punto zero’ il nostro sistema cellulare cambi.”
Sandra tornò ad assumere un’espressione vagamente inquieta, Janko una maschera inespressiva.
“Coraggio, cosa c’è da preoccuparsi? Se l’inversione del magnetismo dovesse avere cicli regolari, questa polarità dovrebbe mantenersi per almeno un altro milione e duecentomila anni!” disse Ross.
“E se i cicli non fossero regolari? Se l’allineamento dei pianeti li influenzasse?” chiese Sandra.
“Un fatto di prospettiva ottica che influenza un fenomeno elettromagnetico? Siamo nell’astrologia, che non è scienza.”
“Aspetti” intervenne Sandra, che prese la rivista, cercò una pagina e poi lesse: “Ciò che noi impropriamente chiamiamo ‘scienza’, in realtà è quasi unicamente tecnologia: la vera scienza ha un valore gnoseologico e serve a dare risposte all’uomo sui perché dell’esistenza.” (2)
“Posso condividere il concetto semantico. Anche Imperatori dice che la scienza “è la capacità dell’animale Uomo di comprendere gli avvenimenti che lo circondano” e aggiunge che è una capacità che “si potenzia nel corso della storia”, ma avverte che “l’uomo non è padrone dello scibile universale”.
“In altre parole?” Chiese Janko.
“Primo: la scienza non indaga su Dio. L’uomo non è attrezzato per studiare ciò che lo trascende. Secondo: proprio per questo motivo la scienza non è in contrasto con la religione. Certo, se la religione impone dogmi palesemente ascientifici, come la visione geocentrica dell’universo o certe forme di creazionismo oggi in voga, è la religione che si mette in contrasto con la scienza, e non il contrario.”
“Pienamente d’accordo” affermò Sandra armeggiando con il lapis.
“Mi viene da pensare” disse Janko riflettendo “che le varie religioni dovrebbero avere la capacità di evolversi con l’uomo e saper inglobare le scoperte scientifiche.”
“Sì, ma anche la scienza ha i suoi doveri. Non deve mai arroccarsi su posizioni acquisite considerandole dogmatiche e deve sempre continuare a porsi domande. E’ la massima socratica che il più sapiente è colui che sa di non sapere. La scienza si trova all’apice della propria evoluzione quando conserva un alto tasso di umiltà.”
“E perché” chiese Sandra sempre scrivendo sul taccuino “gli scienziati non hanno l’umiltà di accettare come possibili le leggi dell’astrologia?”
“Perché l’astrologia non è scienza. Il risultato di un esperimento scientifico deve essere sempre verificabile e duplicabile. Leggi qua.” Aprì nuovamente il libro di Imperatori e lo diede a Sandra, che lesse mentalmente: Oggi sappiamo con certezza che l’astrologia non è scienza, poiché ha fallito qualunque test di riproducibilità e attendibilità. “Ok,” disse la donna “se voglio credere all’oroscopo, so di credere a qualcosa che potrebbe esistere, ma di cui non posso avere riscontro scientifico.”
“Esatto. Il fatto che non possiamo dimostrare l’esistenza di Dio, non vuol dire che Dio non esista.”
“Insomma” Sandra sospirò “allineamento dei pianeti uguale scienza, calo del magnetismo e (improbabile) inversione del polo magnetico uguale scienza, nesso tra i due uguale NON scienza.”
“Beh” ammise Ross “pare che il fenomeno dell’inversione dei poli magnetici sia legato all’allineamento dei pianeti soltanto per quanto riguarda questa particolare contingenza, in virtù dell’aumento del campo di frequenze della Terra. Per quanto riguarda le precedenti fasi di ciclicità, non credo che si possa trarre la stessa conclusione, in quanto mi pare che le frequenze fossero diverse.”
“Quindi sarebbe comunque un fatto inusuale” suggerì Janko, che aggiunse: “ma i due fenomeni sono tra loro collegati, oppure la coincidenza è casuale?
“Secondo me, i due fenomeni possono essere collegati. Ma c’è il campo di frequenze, che a questo proposito svolge il ruolo di intermediario fondamentale, nel senso che, credo, le frequenze debbano essere specifiche affinché si abbia l’inversione dei poli magnetici.”
“Non ho capito niente” protestò Sandra.
“Neanche io” ammise Janko.
“Sentite” disse Ross “sono questioni molto complesse che non posso spiegarvi, soprattutto se non avete basi adeguate. Non almeno nel tempo che ci rimane, visto che ci stiamo avvicinando a Milano.”
“Ed è quasi mezzanotte” aggiunse Janko. Sandra ammirò l’ispettore, che sapeva avere alle spalle ventiquattrore di pochissimo riposo e manteneva una tenace lucidità e concentrazione, pur intercalata da sempre più frequenti sbadigli.
“Quindi, se ho ben capito, il 21 dicembre prossimo avremo tutti una grossa delusione” chiese Sandra.
“Se mi devo attenere ai dati scientifici disponibili, la risposta è sì. Ma” a Ross brillò lo sguardo “se voglio inoltrarmi in ricerche verso orizzonti ancora ignoti, con l’umiltà socratica che dicevo, non escludo che ‘qualcosa’ potrebbe verificarsi.”
“E i Maya?” Sandra indicò la rivista “Era partito dai Maya, no?”
“Ah, no! Basta!” protestò Janko “stiamo arrivando a Milano, tra poco sarà lunedì, della questione Maya parlerete un’altra volta, per favore.” Sandra lo guardò corrucciata. Ross sorrise.
“Signorina, Sandra, le andrebbe, domani pomeriggio, di fare un bel viaggio in treno fino ad Ancona?”
“No, grazie, per quanto interessante possa essere la compagnia, quello vorrei proprio risparmiarmelo.”
“Lo tenga” disse Ross consegnandole il libro di Imperatori. “Qui ci sono risposte anche sulla questione dei Maya.”
“Ma non posso …” rispose Sandra un po’ imbarazzata.
“Su, lo prenda. Io lo conosco a memoria. E poi, se vuole, potrà restituirmelo quando avremo l’occasione di incontrarci nuovamente, magari su qualche treno.” Assieme al libro le diede un biglietto da visita. Salutò e tornò al suo posto, mentre il treno stava entrando nell’area urbana di Milano.
LUNEDÌ 26 MARZO, ORE 12.00 A. M.
Quando il meridiano di Greenwich passò nel punto dell’ora zero del nuovo giorno (ora legale in Europa e Nord America), sull’autostrada nei pressi di Bologna Sandra e Janko sonnecchiavano nella macchina che li stava conducendo a Firenze, Stefano era impegnato nelle stesse faccende su un grosso velivolo di linea che stava sorvolando i Caraibi, diretto a New York; Roberto e Franc dormivano nelle loro celle sulla costa dell’Oceano Pacifico, in Sudafrica; Petr e Katia facevano lo stesso (insieme) in una stanza di ben altro tenore; a Ginevra Enzo si torturava nuovamente nel locale della sera precedente, sperando di scorgere la chioma di Stephanie, che però sentiva che non sarebbe tornata e non si sbagliava, perché in quel momento la sua bionda chimera stava dormendo profondamente in un albergo non troppo distante.
Cinque ore dopo Sandra e Janko si erano trasferiti nei loro letti (ognuno per conto suo), a completare il lavoro iniziato in viaggio, cosa che tutti quelli in Sudafrica continuavano a fare con dovizioso impegno, così come Stephanie a Ginevra e persino Enzo, che continuò a cercare il suo incubo biondo nel mondo dei sogni.
Solo Stefano si era svegliato: stava lasciando l’aeroporto e, visto che a New York erano ancora le undici di sera, ritenne opportuno adeguarsi subito alla giga e precipitarsi nel suo albergo. L’indomani avrebbe avuto una giornata molto impegnativa. Un po’ lo sapeva, un po’ lo temeva, ma quanto impegnativa sarebbe stata, non se lo poteva immaginare.
——
NOTE
(1) Lucio Imperatori, 2012 La grande menzogna, EdizioniSabinae, 2009
(2) Gerardo Lonardoni, 2012 Profezie e Cicli Cosmici, in “Secreta Magazine”, 7, Giugno 2010.