Fantasy, Thriller, Romanzo gotico, Giallo archeologico, Fiaba moderna: sono tanti i generi a cui poter far riferimento per i tre romanzi pubblicari dal 2006 a oggi, ma nessuno identifica in pieno la molteplicità di genere della narrativa di Ferri.
Due giornaliste del Resto del Carlino, Beatrice Terenzi ed Elisabetta Ferri, quest’ultima senza relazioni di parentela con l’autore (ma a Pesaro sono tanti i Ferri), sabato 11 dicembre 2010, alla libreria Mondolibri di Pesaro, hanno intrattenuto con Mauro Ferri (appunto) una interessante conversazione sulle sue opere letterarie finora pubblicate: da Scambi d’Identità del 2006, a La Campana di Mezzocammino del 2008 (fine 2007, per essere più precisi), entrambi pubblicati da Foschi Editore di Forlì, per arrivare alla sua terza fatica letteraria, Il Selettore, che ha vinto il premio Casentino 2010 e quest’anno è stato pubblicato dalle Edizioni Helicon di Arezzo.
“Cerco ogni volta di costruire una situazione normale, che il lettore possa accettare come tale, e poi scovo un meccanismo che scombina le regole del gioco e che costringe i protagonisti a misurarsi con situazioni inattese. Voglio così vedere, con l’immaginazione, come ci si possa comportare quando alcune certezze che diamo per assodate non sono più tali.”
Così l’autore ha spiegato i nessi strutturali e semantici che uniscono i tre romanzi, peraltro tra loro assai diversi.
“Scambi d’Identità può essere un giallo archeologico, un thriller, una storia fantasy” ha precisato Ferri “ma non è certo il genere fantasy che ci si può immaginare, non è una saga in stile ‘Cronache di Narnia’ o ‘Il Signore degli Anelli’. Forse è solo una fiaba moderna, cosa che l’avvicina a La Campana di Mezzocammino, che è davvero più fiabesco, almeno come ambientazione, anche se dai tratti un po’ gotici.”
Però non si può dire nemmeno che sia una storia gotica vera e propria, visto che nel finale concede un po’ troppo alla speranza, per essere puro gotico. Diciamo che potrebbe essere una fiaba con persone vere, o verosimili: gli esseri umani sono reali, come noi, ma l’ambientazione assume i tratti fiabeschi. Cosa che ritroviamo ne Il Selettore, con il suo contesto reale (il luogo: Badia Prataglia nel Parco delle Foreste casentinesi; il tempo: dicembre 2010, cioè proprio in questi giorni) e con i tratti fiabeschi della fantasia, dall’osservatorio astronomico costruito a Monte Spillo (nel cuore di una zona destinata a riserva integrale), ai nomi stessi delle persone, tutti senza cognome e tutti di origine latina.
“Alla fine si tratta sempre di misurarsi con se stessi, con le proprie emozioni e capacità di reazione,” dice Ferri, “in Scambi d’Identità forzo l’esperienza della scoperta di un nuovo corpo, non solo di una nuova epoca storica, e volte con lo scambio dei sessi: come si troverebbe un maschio latino se si risvegliasse nel corpo di una meretrice ateniese di duemilacinquecento anni fa?”
E con La Campana di Mezzocammino che prove devono affrontare i suoi personaggi?
“La paura. La regina delle emozioni. Ciascuno reagisce a suo modo. E’ l’allegoria della lotta alla paura. Ne Il Selettore mi pongo un obiettivo più ambizioso: cerco una risposta agli interrogativi più profondi sulla natura dell’uomo, della vita, dell’universo stesso.”
Scienza e misticismo, dunque.
“Già. Che è poi alla radice del romanzo che sto scrivendo assieme a due scienziati, Davide Fiscaletti e Amrit Sorli. Ma questa è un’altra storia.”
Giusto. per il momento gustiamoci Il Selettore e, per chi non li avesse ancora letti, gli altri due.
(Norberto Rigo)