(Brano tratto dal romanzo Scambi d’Identità)
GINEVRA, INIZIO DEL XXI° SECOLO D.C., NOVEMBRE
L’addetto alle pulizie del sesto piano della clinica Les Etoiles stava per terminare il turno di lavoro; uscì nel lungo corridoio spingendo il suo carrello con l’attrezzatura da operatore ecologico e osservò automaticamente l’orologio davanti all’ascensore. Erano quasi le sei di pomeriggio, fuori l’aspettava la città presa dal fervore dell’imminente Natale e gli amici del solito pub. Il corridoio era silenzioso e immerso nella luce asettica dei neon; l’uomo stava dirigendo il carrello verso la sala deposito, quando fu attratto da un rumore sordo provenire da dietro la porta chiusa del Reparto “E”. Dopo qualche secondo la porta si spalancò e ne uscì il professor Hammler, indossava il pigiama dei degenti e aveva l’aria stralunata: i capelli scompigliati, la barba incolta, ma soprattutto lo sguardo erano insoliti per l’uomo che tutti conoscevano come una persona equilibrata, misurata nei modi e nelle espressioni, e soprattutto autorevole … Hammler si fermò al centro del corridoio, rimase in un silenzio ansimante per qualche istante, si guardò intorno con l’aria incredula e con lo sguardo pieno di terrore, era come se non riconoscesse nulla di ciò che incontrava, guardò nella direzione dell’addetto alle pulizie, ebbe un moto di paura, urlò nuovamente e fuggì dalla parte opposta, inseguito dai richiami dell’uomo … imboccò l’ultima porta in fondo al corridoio, quella delle scale di servizio, rimase qualche secondo perplesso, il giroscale si andava illuminando comandato dalle fotocellule del sistema automatico, le discese quasi correndo fino al piano terreno, sbucò nella hall e si trovò in mezzo a un intenso andirivieni di persone …