Ecco il primo numero sotto la mia direzione, 1.000 copie distribuite a tutti i cittadini di Mombaroccio. Qui di seguito l’editoriale del Sindaco e due articoli a mia firma.
Dalle parole ai fatti, nonostante tutto.
La
prima uscita di quest’anno del periodico “Mombaroccio” è l’occasione
per fare il punto sulla situazione e informare in modo corretto i miei
concittadini, facendo chiarezza dopo la confusa disinformazione di
qualche sterile polemica.
Ho trovato una situazione preoccupante:
debiti per vecchie pratiche legali oltre i 400.000 euro, pignoramenti
superiori al milione di euro (il blocco delle disponibilità finanziarie
ha costretto la precedente Amministrazione a ricorrere a onerose
anticipazioni bancarie), una situazione prossima al dissesto certificata
da relazioni contabili della ragioneria che risalgono alla fine dello
scorso inverno. Un quadro aggravato da una crisi senza precedenti, che
vede la nostra Italia più in difficoltà degli altri Paesi. “Una
situazione da fare tremare i polsi”, a sentire gli addetti ai lavori,
inclusi esponenti di rilievo delle precedenti Amministrazioni.
Nel
2014 rispetto al 2013 lo Stato centrale ha tagliato oltre 170.000 euro
di trasferimenti, mentre il Patto di Stabilità Interno ci ha penalizzato
di ulteriori 70.000 euro. È stato necessario chiedere qualche
sacrificio ai nostri concittadini, ma abbiamo limitato al massimo gli
aumenti delle imposte: Mombaroccio applica tuttora aliquote più leggere
della stragrande maggioranza dei Comuni vicini.
Con coraggio e
determinazione, senza piangerci addosso, abbiamo iniziato a sbrogliare
la matassa e in poco più di cento giorni abbiamo messo le basi per
estinguere i debiti, sbloccare i pignoramenti e fare ripartire gli
investimenti tra la fine di quest’anno e l’inizio del 2015, con
decisioni condivise dagli istituzionali Organi di Controllo.
Abbiamo
creato uno sportello per assistere tutte le Associazioni e un registro
per conoscerle e aiutarle, perché Mombaroccio ha bisogno delle sue
Associazioni, che sono un motore insostituibile della comunità, un
veicolo culturale, e cioè un fattore di sviluppo del nostro stupendo
territorio. A giorni, come promesso, apriremo un Centro di Aggregazione
nel Castello di Mombaroccio; sempre nel centro storico si aprirà un
Museo delle opere di Ciro Pavisa, grazie alla collaborazione tra gli
eredi dell’artista, l’Associazione che a lui si ispira e questa
Amministrazione. Si sta pure lavorando per aprire un punto espositivo di
prodotti del nostro Territorio in piazza Barocci. È in corso il
trasferimento della Biblioteca Comunale nei nuovi locali,
razionalizzandone gli spazi e potenziandola con nuove dotazioni, anche
telematiche. Abbiamo intercettato finanziamenti per restaurare il
Palazzo del Monte e per garantire il collegamento internet wire–less
gratuito nell’intero borgo medievale e siamo anche a buon punto per fare
partire il progetto per l’ampliamento del cimitero.
In questo
contesto e in così poco tempo non credo si potesse fare di meglio. Ed è
solo l’inizio. Perché alle chiacchiere preferiamo il lavoro costante,
alla violenza verbale il confronto franco e costruttivo e auspichiamo
che tutte le componenti di questa collettività, pure in una democratica
contrapposizione, lavorino a favore e non contro gli interessi del
nostro Comune.
Continueremo a confrontarci periodicamente con tutti
Voi e insieme a voi contiamo di dare a Mombaroccio nuova vita e un volto
nuovo nel rispetto del Territorio e delle sue tradizioni.
Il Sindaco Angelo Vichi
Affrontare l’emergenza, non eluderla.
Si avvicinano i nodi di un’amministrazione della cosa pubblica tra le più difficili degli ultimi anni.
E
bisogna affrontarli con il coraggio di guardare avanti e salvare questa
comunità, non affossarla tra debiti e rischi di commissariamento.
Nelle
pagine centrali spieghiamo la situazione e perché siamo stati costretti
ad aumentare le tasse e a mettere in vendita qualche gioiello di
famiglia.
Le opposizioni insorgono, è il loro ruolo, ma sono convinto
che al nostro posto avrebbero fatto quello che abbiamo fatto noi.
Perché l’emergenza va affrontata, non elusa o ignorata come se non ci
fosse. Poi comincia la politica, quella vera.
Tutta l’Italia è
ingessata da regole assurde, lacci e lacciuoli che sembrano essere messi
apposta per frenare lo spirito d’iniziativa. È l’Italia che non si fida
degli italiani, lo Stato che non si fida dei suoi funzionari. Per forza
che il Paese non riesce a crescere.
Ma noi non ci diamo per vinti.
Anche se continuiamo a inciampare in mille paletti, prima o poi
troveremo la strada giusta per perseguire i nostri obiettivi e
realizzare il programma che ci siamo dati in campagna elettorale e che
voi cittadini avete scelto con il voto.
Mauro Ferri
E noi paghiamo …
Il 30 agosto 2014 il Consiglio Comunale ha approvato il bilancio di previsione del 2014. Avete letto bene: mancano pochi mesi alla fine dell’anno e abbiamo approvato il bilancio “di previsione”! Non un assestamento (che può essere fatto entro novembre), ma il preventivo vero e proprio, quello che doveva essere messo a punto entro dicembre del 2013. Per i motivi che andremo a spiegare è stato inevitabile ritoccare in aumento le aliquote fiscali e attivare la TASI (Tassa sui servizi indivisibili), il nuovo giocattolo che il Governo nazionale ha regalato agli Enti locali dopo che ha fatto finta di alleggerire il peso fiscale abolendo l’IMU sulla prima casa.
Le opposizioni hanno ovviamente protestato, chi sostenendo che finché aveva governato non aveva mai aumentato le tasse, chi lamentando la nostra incapacità di tagliare seriamente gli sprechi. Ma se le tasse non erano mai state aumentate prima è perché prima non c’era quello che abbiamo trovato quando siamo arrivati noi. E chi afferma che si possono tagliare di più le spese, se davvero ne è capace, si faccia avanti e ci mostri come vorrebbe fare (senza penalizzare i servizi, senza violare i contratti in essere e operando solo sul residuo, visto che è finita l’estate e gran parte degli impegni sono già stati presi).
Comunque, torniamo a quello che abbiamo trovato in giugno, quando siamo arrivati: conti all’apparenza in ordine (il rendiconto 2013 ha chiuso con un avanzo d’amministrazione di 131.000 Euro e quasi 430.000 Euro in cassa) e due grossi problemi, il Patto di Stabilità e il contenzioso Italservice. Lasciamo per il momento da parte il contenzioso (vedi box a margine), e veniamo a spiegare che cosa è il Patto di Stabilità Interno.
Detto in soldoni, il Patto di Stabilità è il modo con il quale il Governo centrale ci obbliga a creare accantonamenti facendo finta di non aumentare le tasse. La scusa è quella di ridurre la spesa pubblica, in realtà si crea una riserva di denaro che per legge non si può toccare. Funziona così: ogni Ente locale ha un obiettivo, nel 2014 circa il 15%: per Mombaroccio sono sui 280.000 Euro. L’obiettivo è predeterminato sullo storico della spesa corrente, come a dire: «se finora hai speso 100, ora devi spendere 85». Ma se io fossi davvero bravo e spendessi solo 85 (senza penalizzare i servizi, quindi limando sul non necessario), i cittadini potrebbero pagare di meno?
No. Ciò che non si spende va accantonato. Certo, un’amministrazione abituata a sprecare, deve sprecare di meno. Ma chi è virtuoso e non spreca? Non ha alternative: o taglia sui servizi essenziali, o aliena parte del patrimonio (se ce l’ha), o si fa dare contributi da privati, o deve aumentare le tasse. In pratica, per colpa di chi ha sprecato dobbiamo pagare tutti, e chi è virtuoso è anche più penalizzato.
Il Sindaco precedente, Massimo Muratori, sostiene che anche la sua amministrazione ha dovuto affrontare il Patto di Stabilità (nel 2013) e non ha aumentato le tasse. Ma quello è stato il primo anno del Patto: è bastato anticipare al 2012 (esercizio fuori dal Patto) un po’ di pagamenti, coperti da contribuzioni pubbliche che sarebbero pervenute nel 2013, per ritrovarsi una disponibilità di capitale sufficiente a centrare l’obiettivo.
Che peraltro era di 211.000 Euro, quasi 70.000 in meno di quest’anno.
Per Muratori, però, è possibile ricorrere all’aiuto dei privati, facendo sostenere il peso del Patto su chi i soldi ce li ha, mentre le tasse colpiscono soprattutto chi è in difficoltà.
Guardiamoci negli occhi: è davvero credibile una politica amministrativa che si basa ogni anno sull’aiuto privato per oltre 200.000 Euro? E se fosse, in cambio di cosa?
Qualunque sia la fine che faranno i nostri soldi accantonati e vincolati dal Patto (con il 2015 Mombaroccio avrà accantonato sugli 800.000 Euro: a quando una leggina che se li incamera tutti, o quasi, perché “ce lo chiede l’Europa”? Se non lo hanno già fatto, visto che sono in Banca d’Italia), qualche strumento politico per alleggerirlo c’è, lo stiamo valutando e potrebbe dare i primi frutti già dal 2015.
Ma intanto abbiamo dovuto applicare la legge e agire come deve ogni amministratore responsabile. Non rispettare il patto significa portare i cittadini di Mombaroccio a dover pagare nel 2015 molto di più di quanto non debbano fare quest’anno. Sarebbe da irresponsabili.
E comunque siamo riusciti a tenere le aliquote fiscali generalmente più basse degli altri comuni vicini, grandi o piccoli che siano. Nella sofferenza generale non dico che siamo un’isola felice, ma un po’ meno infelice, sì. MF