Primi due servizi giornalistici scritti per la nuova rivista BARRICATE, un’idea che l’editore, l’amico Italo Campagnoli, sta caparbiamente realizzando.
Il primo numero del mensile di opinione BARRICATE, l’informazione in movimento, è da pochi giorni in distribuzione nazionale. Il mio contributo è un servizio sul tema delicato e poco conosciuto dell’impronta ecologica, cioè le tracce che lasciamo vivendo, che non sono i funesti strascichi di Cardarelli (lirica “I ricordi”, quelli erano il tormento interiore dell’uomo), ma qualcosa di peggio: una ferita nell’ambiente tale da profilare molto vicina una fine disastrosa.
Calma, non è una delle profezie angoscianti di Casaleggio, rese universalmente note da Crozza (una su tutte: “Per una mutazione genetica nel 2040 le mucche metteranno le ali e voleranno. Allora capiremo che quello dei piccioni non era un problema.”).
No. Forse è peggio.
Ma leggetevi il pezzo. Se non viene bene nelle immagini allegate, correte in edicola e chiedete di BARRICATE, l’informazione in movimento.