CACCIA E LETTERATURA SUL QUARTO NUMERO DEL PERIODICO COMUNALE DI MOMBAROCCIO

Numero speciale dedicato al convegno organizzato per il Comune di Mombaroccio il 4 agosto 2012
Ho interamente redatto e impaginato in quarto numero del bollettino “Mombaroccio”, riferendo con testo e immagini sull’evento di cui parlo, con lo pseudonimo Norberto Rigo, in un altro servizio di questa sezione.

Questo è il fondo con il quale ho aperto il giornale:
“Civiltà della caccia” e “la vita si nutre di vita”. Due concetti che fanno subito saltare sulla sedia ogni buon ambientalista e animalista. Come può considerarsi “civile” una pratica che, viste le condizioni ambientali che conosciamo, non pochi non esiterebbero a bollare come selvaggia? E cosa si vuole insinuare asserendo che la vita si nutre di vita? Forse, visto che stanno così le cose, tanto vale non farsi troppi scrupoli, mors tua vita mea? No, assolutamente.
Il termine civiltà è usato nel suo pieno significato sociologico, in quanto la caccia è una pratica della società umana, e il fatto che la vita si nutra di vita non è un avallo a saccheggiare l’ambiente, perché tanto, così fan tutti (gli esseri viventi), ma solo la consapevolezza che viviamo tutti nello stesso pianeta, soggetti alle medesime regole.
Ciò impone, come prima cosa, il rispetto per l’altro essere vivente, soprattutto quando sta per sacrificarsi (non certo volontariamente) per noi.
Dobbiamo recuperare quella sensibilità e quell’umiltà che possono avvicinarci con rispetto alla vita che ci circonda, come facevano i cacciatori di epoche passate (o, ancora oggi, di civiltà più semplici della nostra), che ringraziavano lo spirito della preda che avevano abbattuto per nutrirsi.
È su questa sottile linea di rispetto che si è svolto l’incontro del quattro agosto scorso parlando di caccia e letteratura.

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